LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO, LA MUSICA LO RENDERÀ MIGLIORE!

LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO, LA MUSICA LO RENDERÀ MIGLIORE!

LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO, LA MUSICA LO RENDERÀ MIGLIORE!

Di Milena Pastena 

L’inclusione socio-educativa: situazione di disagio, bisogno e vulnerabilità.

 

La musica è un linguaggio universale che da sempre accompagna la vita dell’uomo. Suscita emozioni, crea forti legami, è veicolo di formazione e crescita culturale, collante sociale ed occasione di riscatto,come ha insegnato al mondo la grande esperienza del Sistema Musica messo a punto circa quaranta anni fa in Venezuela dal Maestro Josè Antonio Abreu e fatta conoscere in Italia dal maestro Claudio Abbado. Innumerevoli le iniziative sociali di Claudio Abbado, portate avanti oggi dall’associazione Mozart 14, presieduta dalla figlia Alessandra che è partita da una delle frasi testamento del grande compositore e direttore d’orchestra: “ la musica è necessaria alla vita: può cambiarla, migliorarla ed in alcuni casi addirittura salvarla”. Abbado nel 1999 si era recato a Cuba, lì aveva sentito parlare di Abreu e del suo metodo costruito per aiutare i bambini con varie fragilità a ritrovarsi a vivere finalmente in modo più dignitoso grazie alla musica. Abbado ne resta affascinato e trovandosi a trascorrere alcuni mesi a Caracas per motivi di salute, fa propria la sua filosofia, rielaborandola e portandola in Italia. Oggi l’associazione Mozart 14, nata nel 2014 è attivissima attraverso la realizzazione di numerosi progetti svolti tra carceri per adulti, istituti penali per minori, reparti ospedalieri pediatrici e a supporto di adolescenti e bambini con disabilità fisiche e cognitive, che attraverso il canto e la musica vedono stimolate l’autostima e la capacità di relazionarsi. La musica, si sa, ha effetti benefici sullo sviluppo psicofisico di ogni individuo, ma ha anche il potere di sviluppare e modellare alcuni aspetti del carattere altrettanto importanti. Oggi si parla molto di trasmettere alle nuove generazioni i valori, in particolare proprio quei valori che la musica sviluppa e trasmette: collaborazione, disciplina e rispetto dei ruoli, tolleranza e inclusività, espressione di sè e crescita personale, armonia e ascolto reciproco, condivisione, amicizia ed empatia, problem solving, generosità, perseveranza, pazienza e concentrazione. Possiamo quindi affermare che studiare musica sin da piccoli, in modo strutturato e continuativo aiuta a potenziare le cosiddette SOFT SKILLS, le competenze trasversali .Ma quando si parla di collaborazione scatta subito l’associazione con l’ORCHESTRA. Pensiamo a quanto fascino c’è in un orchestra, quanta magia! Un insieme eterogeneo di persone con personalità e strumenti diversi che devono andare d’accordo. Professionisti che devono mettere insieme le loro competenze, le loro capacità, il loro talento, la loro sensibilità, per raggiungere un obiettivo comune: l’esecuzione perfetta. I musicisti di un ‘orchestra o di una band devono essere in grado di sentirsi, non solo di ascoltarsi. Alla luce di tutte queste osservazioni sarebbe utile e oltremodo educativo attivare la pratica musicale presso ogni ordine di scuola, renderla un’attività curriculare e non lasciarla come prerogativa soltanto delle scuole secondarie ad indirizzo musicale. È pur vero che presso molte scuole sono attivi progetti musicali extracurriculari che prevedono la pratica corale e di musica d’insieme, ma restano comunque condizionate a reperimento di fondi e risorse d’istituto o realizzate attraverso i progetti PON. Si tratta sempre comunque di attività destinate però solo a determinati gruppi di allievi e per brevi periodi. Da qualche anno in Campania, si sta assistendo un po’ dappertutto a un crescendo d’interesse verso una progettualità musicale grazie al programma SCUOLA VIVA. Attraverso il coinvolgimento attivo e la rete tra fondazioni, associazioni e istituti musicali quali i licei o conservatori, in alcuni territori stanno nascendo orchestre giovanili in cui giovani studenti hanno la possibilità di fare molteplici esperienze e di interagire con ragazzi di realtà diverse, confrontarsi con artisti professionisti e partecipare a festival e rassegne musicali. Ciò è reso possibile anche grazie alla partecipazione e all’interesse mostrato dalla regione per diffondere una pratica musicale inclusiva ed economicamente accessibile a tutti in particolare in aree ad alto rischio di abbandono scolastico e di criminalità. Tra le varie realtà presenti nel nostro territorio che puntano proprio, attraverso la passione per la musica a costruire un percorso stabile di crescita culturale degli studenti e del territorio vi sono senz’altro da menzionare la YOUNG JAZZ LAB, un progetto a cura della fondazione POMIGLIANO JAZZ, finanziato dalla Regione Campania, realizzato in partnership con dodici istituti scolastici della Campania e che si rivolge a circa 1650 studenti; l’orchestra giovanile SANITANSAMBLE, progetto nato nel 2008 nel rione Sanità di Napoli che conta oltre 80 giovani tra bambini e adolescenti dai sette ai ventiquattro anni, un quartiere spesso associato a storie di degrado e marginalità, ma in realtà ricco di un patrimonio storico-artistico di straordinaria importanza, negli ultimi anni al centro di un movimento spontaneo di valorizzazione che vede protagonisti soprattutto i giovani. Un’altra formazione orchestrale presente nella città di Napoli avente le medesime finalità è la PICCOLA ORCHESTRA DI FORCELLA costituitasi verso la fine del 2019 per contrastare la devianza giovanile e l’abbandono scolastico. È meraviglioso sottolineare il rapporto di complicità creatosi tra i ragazzi di Forcella e i musicisti “senior” che già impegnati in SANITANSAMBLE trasmettono il loro sapere ai più giovani. Altre bellissime formazioni musicali in crescita si trovano nei quartieri della Napoli Est: Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio. E proprio a San Giovanni a Teduccio grazie al progetto “PORTIAMO LA MUSICA A NAPOLI EST“, presso LA FONDAZIONE FAMIGLIA DI MARIA sono stati avviati un percorso e un laboratorio musicale per i bambini ed i ragazzi fragili che attraverso la musica potranno acquisire nuove competenze. Hanno infatti l’opportunità di apprendere tecniche e programmi richiesti dal mondo della musica e della comunicazione digitale, spendibili in futuro nel mercato del lavoro, oltre che usufruire gratuitamente di lezioni con importanti musicisti napoletani di ultima leva. Tuttavia, nonostante vi sia sempre più la convinzione che la musica sia terapia e rappresenti una via salvifica in determinati contesti, poco viene utilizzata nell’area campana per combattere l’isolamento e l’emarginazione nel campo della disabilità. Ci si limita in tante circostanze a riconoscere i grandi risultati raggiunti grazie alla musicoterapia nel trattamento e nella riabilitazione di vari tipi di disturbi o disagi intellettivi, del linguaggio o psicofisici di cui soffrono bambini o adolescenti, ma sono ancora pochissime in Italia le iniziative di associazioni o fondazioni che si occupano di abbattere le barriere della disabilità creando contesti musicali, nello specifico cori o orchestre inserendo anche persone in condizioni di fragilità. Si potrebbe invece promuovere e sostenere l’istituzione di tali organismi mediante la costruzione su vari territori di comunità di docenti di musica, operatori di sostegno, educatori ai quali erogare una formazione specifica per la gestione della disabilità, realizzando al tempo stesso percorsi educativi musicali inclusivi di gruppo. Due progetti di musica d’insieme in due regioni del Nord stanno attualmente riscuotendo grande successo e risultati sorprendenti, “BANDA RULLI FRULLI” che conta settanta elementi tra adolescenti e giovani adulti con diversa abilità, attivato in Emilia Romagna tra comuni dell’area nord di Modena e frutto di collaborazione tra una fondazione musicale in convenzione con il servizio di neuropsichiatria dell’ASL territoriale, sostenuto peraltro da vari imprenditori della zona; “ORCHESTRA MAGICA MUSICA” – orchestra di ragazzi speciali con sede in provincia di Cremona, in Lombardia, composta da oltre trenta ragazzi con disabilità e dieci educatori, la cui missione specifica è bandire la parola terapia e sostituirla con divertimento. Le persone con disabilità hanno diritto a vivere in una realtà inclusiva, perché, ricordiamolo sempre, dove vive bene una persona con disabilità, vivono meglio tutti.

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