Che cos’è l’autonomia differenziata? I pro e i contro..
Che cos’è L’Autonomia Differenziata?
di Gianluca Castaldo
Pro e Contro di una riforma che non ci convince
In questi giorni si discute molto sulla questione che riguarda l’autonomia differenziata, argomento che ha suscitato un vivace dibattito politico e mediatico. Hanno fatto discutere le esternazioni del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, principale oppositore della riforma. Quest’ultimo, sceso in piazza insieme ai Sindaci in occasione della manifestazione a Roma, è totalmente contrario alla riforma, rea di condannare il Sud e in particolare la regione Campania all’impoverimento più totale, denunciando un totale squilibrio tra le risorse che arriveranno al Nord e quelle che arriveranno al Sud. Ma in sostanza che cos’è l’autonomia differenziata? Incentriamo il focus su questo istituto sancito anche dalla nostra carta costituzionale all’art 116 e all’art 117. In parole povere, l’autonomia differenziata consiste nella gestione da parte delle Regioni di alcuni settori importanti e che hanno un ruolo chiave nelle amministrazioni statali, in maniera autonoma. I settori nei quali può essere realizzata l’autonomia differenziata sono indicati espressamente dall’art. 116, ultimo comma, della Costituzione. Viene infatti previsto che “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principî di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessate. Le materie cui l’art. 116 della Costituzione fa riferimento sono quelle di legislazione concorrente, previste dall’art. 117, comma terzo, e quelle relative ricomprese nell’art. 117, secondo comma lettera l) ovvero “giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa”, limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, ovvero quelle previste all’art. 117, comma terzo, lettere n) e s) ovvero “norme generali sull’istruzione”, “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”. In che modo, come deve avvenire la realizzazione dell’autonomia differenziata? Essa deve avvenire secondo quanto previsto dall’articolo 119 della nostra carta Costituzionale. Secondo quanto previsto da questo articolo, i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci; stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri; dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio. Inoltre nel medesimo articolo, all’art. 119 Cost. è inoltre disposta l’istituzione di un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante, che consentano ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Tornando ai fatti più recenti, il Consiglio dei ministri ha votato a favore del disegno di legge sull’autonomia differenziata, presentato dal ministro leghista Roberto Calderoli. Secondo il Ddl, le risorse necessarie alla Regione richiedente per esercitare le nuove funzioni, verranno definite da una commissione paritetica Stato- Regione. La successiva intesa definirà le modalità di finanziamento delle funzioni attribuite, che avverranno attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi erariali maturati nella Regione. Quali potrebbero essere effettivamente le conseguenze di questa riforma? Ma soprattutto quali potrebbero essere i pro e i contro? Andiamo per gradi. Questa autonomia, concessa dall’articolo 116 della Costituzione, non è mai stata attuata soprattutto a causa delle grandi differenze economiche e sociali tra regioni del Nord e regioni del Sud. Ed è per questo che, secondo studiosi e opposizione, il disegno di legge di Calderoli potrebbe avere conseguenze disastrose sull’intero paese, andando ad aumentare le disuguaglianze discriminatorie tra regioni del Nord e quelle del Sud. Chi sostiene la riforma dell’autonomia differenziata, ritiene che trattenere la gran parte del gettito fiscale si traduca in una maggiore efficienza nella fornitura di servizi per i propri cittadini. I contrari, invece, sostengono che tale riforma comporti una sottrazione abbastanza rilevanti di risorse alla cittadinanza e la disarticolazione di infrastrutture e servizi, esempio come la sanità, l’istruzione, l’energia, trasporti, che per il loro ruolo fondamentale nel funzionamento del sistema paese dovrebbero fondamentalmente possedere una struttura coesa unitaria e nazionale.
Grazie Gianluca per renderci più semplice attraverso i tuoi articoli certe proposte e contenuti di riforme legislative che vanno comprese in pieno in vista della loro portata 😔 Abbasso l’autonomia differenziata .
Grazie a te per essere un membro prezioso della nostra squadra 🙂