Favola di Natale II Canto
Riassunto
Secondo Canto della Favola di Natale
Favola di Natale II Canto
opera di Alessandro Cavaliere (Aleks Kishi) disegni Veronica Timone
II Canto – Il Gelo Dell’inverno
Canta Etan
Calò l’inverno su tutto quello che amavo
coprì come un velo quel mondo
che sembrava dorato,
calò l’inverno e si portò via la mia vecchia vita,
i miei amori,
i miei sogni, quasi tutti,
tranne due,
due soltanto mi lasciò l’inverno
e quando anch’io chiusi gli occhi per sempre
quei due sogni mi trattenerò qui.
Qui in questo mondo
per vegliare su quelle due anime
far si con la mia presenza
che arrivassero al nascere di un nuovo giorno.
Parla una fata dei boschi:
Era troppo per un bambino smettere di sperare, era così difficile solo poterci provare. Quindi non vi meravigliate che fu proprio da lui e dai bambini senza amore che nacque quella speranza che riportò la luce nelle terre degli elfi di Babbo Natale. Nathan, così, spinto dalla speranza e dall’amore, decise di partire. Intraprendere un viaggio verso quel mondo oscuro, che a chi non ha coraggio fa tremare, dove nessuna speranza ha il permesso di sopravvivere.
Prima di intraprendere il suo viaggio il bimbo incontrò suo padre, fu grazie ad una lacrima di fata che il nonno aveva conservato. Si dice, non a sproposito, che le lacrime di fata possano realizzare un piccolo desiderio. La lacrima fece incontrare padre e figlio. Poi Nathan, insieme alla sua compagnia di stracci, bambini, una renna con un nome strano e una slitta che si credeva una carrozza, partì.
Intraprese quel viaggio che l’avrebbe condotto alla fortezza di ghiaccio il luogo in cui si diceva fosse conservato il manufatto rubato agli elfi bruni. Prima di valicare il confine della foresta guardò il cielo coperto di nuvole e disse: grazie nonno per tutto, per le tue storie, per la lacrima, per il tuo amore.
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