Viaggio Zero: Il Fronte Bourov Prima Parte

Viaggio Zero: Il Fronte Bourov Prima Parte

Viaggio Zero: Il Fronte Bourov Prima Parte

Di Alessandro Cavaliere (Aleks Kishi)

Resoconto di guerra del Sottotenente Nemo Jacob Stevens.

Inviato al capitano Archimede Julius Pitagora in data indefinita.

Provenienza ospedale militare Kennedy città di Speranza (Marte).

Primo Messaggio – provenienza ospedale militare di Rinvea:

Ti scrivo, Archie, per comunicarti che sono arrivato sano e salvo all’avamposto di frontiera sulla Terra, nei territori del continente A001. Il mio primo viaggio zero. Pensare che mi sentivo in imbarazzo quando, parlando della nostra missione, ogni fibra del mio corpo vibrava in modo incontrollato per la paura. Tutte le più sfrenate e nere fantasie non sono niente a confronto della cruda realtà. Sembra banale ma purtroppo e così. La cruda realtà è lo spettro più grande in questo luogo dimenticato da Dio, dove uomini e donne perdono ogni identità. C’è solo la morte, il sangue e le grida. Nel piccolo ospedale da campo Rinvea arrivano giorno dopo giorno quel che resta di soldati, che prima erano uomini e donne, ma che adesso sono solo brandelli di carne contaminata da quest’ambiente ostile. In patria si discute sulla questione terrestre come di un semplice inghippo burocratico. Un problema superabile. In realtà si tratta di una vera e propria guerra. Una guerra senza quartiere e senza onore. Ricordo in una vecchia fotografia di famiglia un’iscrizione su una lapide di guerra. “Mancò la fortuna non l’onore”. Qui questa frase drammatica ed eroica non avrebbe senso d’essere pronunciata, anche se gli uomini che qui si battono sono più che eroi. È strano amico mio come gli esseri umani riescano ad esprimere il meglio della loro anima in situazioni simili. Accludo a questo breve messaggio l’immagine di quella lapide di guerra, se puoi rintraccia per me la sua origine. In questo luogo anche uno spiraglio simile potrebbe ridarmi un po’ di speranza. Il tuo affezionato amico Nemo.

Secondo Messaggio stessa provenienza:

Oltre questo orizzonte c’è la mia vita,

oltre queste nubi nere

che coprono il cielo,

una volta azzurro,

c’è il mio amore.

Lei è lassù che aspetta.

Lei che è andata via un giorno di primavera.

Era primavera quel giorno

lo era anche qui.

Il vento l’ha portata via.

Via per sempre,

ma un giorno rivedrò

i suoi occhi.

Quel giorno saremo di nuovo

insieme.

Sot. Tenente Andrew Luis 21° reggimento Scud (fronte Bourov 30 marzo).

È un modo inconsueto di iniziare un messaggio, lo so e immagino la tua faccia, ma credo che per quello che vi è contenuto nel testo che leggerai, non stoni iniziare in questo modo. Anzi forse, purtroppo è il modo migliore. Sono vivo per miracolo e devo la mia vita proprio all’autore di questa poesia. Due settimane fa il capitano Aber Striero comandante della 7° compagnia Scud draghi, sotto sua iniziativa, ed in maniera irrazionale ed irresponsabile, si è reso responsabile della morte di 27 soldati, di cui quindici militari semplici, sette graduati di truppa e cinque fra ufficiali e sottufficiali. Quel pazzo maniaco ha inviato un intero plotone in esplorazione in territorio nemico, nella fascia rossa, violando le direttive dell’alto comando. Solo grazie all’esperienza ed il coraggio del sottotenente Luis un buon numero di noi è riuscito a portare indietro la pelle. Purtroppo, Andrew, in quella sciagurata operazione ha perso la sua compagna, il caporale scelto Vicky Stuart. Altri dettagli sull’operazione te l’invierò al più presto, il servizio all’ospedale da campo non mi permette di dedicare molto tempo alla corrispondenza privata. Saluti da Rinvea.

Terzo messaggio stessa provenienza:

Eravamo immersi nella parte più profonda del territorio ribelle. Un plotone, 50 uomini, quasi un tronco alla deriva in un mare insidioso e senza terre all’orizzonte. I nostri occhi avanzavano rapidi e precisi comunicandoci ogni venti minuti il percorso più sicuro da seguire, e mentre avanzavamo la retroguardia si attardava, ad una settantina di metri da noi, coprendoci le spalle. Il silenzio. Qui il silenzio è come un essere spaventoso che domina questo pianeta ormai inerte. Il silenzio è il vero signore della Terra. Signore incontrastato aggredisce come un fantasma le sue vittime, non fa differenze di fronte. Ti entra nel cuore e nell’anima ed un giorno qualunque ti ritrovi a non poterne più fare a meno. Risalendo il letto di un fiume ormai prosciugato quell’abominevole creatura volse i suoi occhi verso di noi. Grida feroci squarciarono l’aria, un’orda informe piombò veloce e mortale sul nostro centro. Fu quasi un gesto automatico scaraventarsi a terra puntando i nostri fucili AXE in ogni direzione possibile, tutte quelle ore di addestramento al combattimento erano pur valse a qualcosa. I fucili cominciarono a tambureggiare il loro urlo di morte. L’aria si riempì di sangue. Cadaveri, di quelli che poi riconoscemmo quali esseri mutati, si ammassavano straziati tutt’intorno, ma, avida di carne, la belva riversò la sua ferocia contro di noi. Zanne e artigli laceravano e mutilavano insaziabili d’orrore i corpi dei nostri compagni, a nulla servivano le nostre armi. Erano troppi.

<<Ripiegare, Ripiegare>>. Era il grido del nostro comandante, il tenente Harry Windam. Un mutato azzittì quell’ordine squarciandogli la gola. Poi toccò a Vicky. Uno di quei mostri si era portato alle spalle di Andrew, lei l’aveva scorto. Quella bestia calò il suo artiglio così rapidamente che Vicky poté solo pararsi davanti e… alla vista del cadavere Andrew cadde sulle sue ginocchia. Fu solo un attimo poi la follia del dolore assali la sua mente. A colpi di baionetta si fece largo fra i mutati. Vidi disegnarsi sul volto di quegli esseri il terrore. Andrew sembrava essere divenuto peggiore di loro. Raggiunse il loro capo branco, il mutante dominante, gli bastò un colpo di baionetta dritto in mezzo agli occhi. La lama penetrò in quel massiccio cranio deformato, un rivolo di sangue seguì l’uscita della punta. Andrew estrasse con uno strattone violento l’arma dalla profonda e mortale ferita, infierendo sul mutato colpendolo al cuore. Quel gigante cadde a terra gettando un grido soffocato, i suoi compagni si arrestarono all’istante atterriti. Luis continuava ad infierire sul cadavere. Ora erano i mutati le vittime. I nostri AXE ruggivano come leoni infuriati. Provo orrore nell’ammettere che fu bellissimo sentire ruggire così forte i nostri fucili. L’adrenalina pulsava viva nel corpo. Urlammo. Urlammo come pazzi, eravamo mattatori e loro agnelli al macello. Nessuno di loro sopravvisse. Sentivo il mio corpo gemere. Le raffiche degli AXE continuarono per qualche secondo, dopo la morte dell’ultimo mutato. Attenuandosi man mano, fino a mutarsi in un silenzio ansimante. Ora ripenso a quella esperienza con un brivido d’orrore, eravamo divenuti delle bestie e questo, purtroppo, ci piaceva. E’ stato allora, Archie, che ho scoperto quanto duro sia il silenzio di questo maledetto posto amico mio.

Quarto Messaggio stessa provenienza:

Caro Archie dopo l’imboscata dei mutati, il mio amico Luis non è stato più la stessa persona. La tragica morte della sua compagna, di cui ingiustamente si ritiene responsabile, gli ha minato la mente.

<<Sé non mi avesse amato ora sarebbe ancora viva>>. È l’unica frase comprensibile che viene fuori dal suo delirio. Per quanto mi affanni a spiegargli che Vicky è morta per compiere il suo dovere, non riesco a penetrare il suo dolore. Per ora ho ottenuto il suo ricovero nell’ospedale da campo del fronte. Fargli riprendere servizio dopo quanto successo vorrebbe dire condannarlo a morte certa. Ieri notte sono iniziate le manovre per la controffensiva, il generale Bukan è un emerito idiota. Gli alti papaveri dovrebbero seriamente prendere in considerazione l’ipotesi di sollevarlo dal comando delle operazioni qui a Bourov. Sostituendo anche una dozzina di ufficiali dimostratisi un’accozzaglia di incompetenza e disonore. L’ospedale è stato invaso da un centinaio di feriti l’altra notte. Un battaglione di Scud è incappato in uno sciame di predatori. Curare le ferite inferte da quegli insetti meccanici è straziante. Ho perso 10 dei 15 pazienti sotto le mie cure. Il morale è basso, ma si va avanti. Con affetto Nemo.

Continua…

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